Il feudo di Salsola

Nel 1093 il duca Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Guiscardo, indirizzò alla diocesi di Melfi una concessione piuttosto importante, destinata ad informare il patrimonio dell’episcopio attraverso i secoli. Oltre al monastero di S. Giovanni de Iliceto, infatti, il duca elargì al presule melfitano castellum quod dicitur Salsula. La genuinità di questo diploma ruggeriano è stata di recente messa in discussione in ragione di alcune caratteristiche eccezionali del formulario; in ogni modo, il documento presenta un nucleo giuridico autentico poiché le donazioni che vi figurano tornano nella conferma apostolica autentica concessa da papa Pasquale II nel 1101. A tal proposito, si può osservare che mentre nel privilegio pasqualino l’abitato di Salsola è definito tout court come villa, nella falsificazione in forma di originale del 1093 già si parla di castellum: in età normanna il termine castellum designa un abitato fortificato, è pertanto verosimile che la fortificazione del borgo sia avvenuta dopo il 1101 e che il falsario abbia agito dopo questa data. Insieme al tenimento Salsule, nel 1093 il duca donò all’episcopio i contadini che vi risiedevano; il dato non deve essere considerato inconsueto poiché nei diplomi signorili di età normanna – contrariamente al periodo longobardo – sono fatti oggetto di donazione non solo i diritti sugli uomini, ma anche le loro persone e le loro famiglie. Anche questa donazione figura nella conferma apostolica di papa Niccolò IV del 1288, sicché si può dedurre che il possesso di detto feudo da parte dell’episcopio è rimasto indiscusso attraverso i secoli. Il centro demico fortificato, attualmente scomparso, era situato presso Melfi sul Palpiano, l’attuale Lampeggiano, affluente dell’Ofanto. Risulta già disabitato nella prima metà del XVIII secolo a causa dei tremuoti. Tra le carte delle Corporazioni religiose e opere pie conservate presso l’Archivio di Stato di Potenza sono conservati due documenti di età moderna che consentono di fotografare sia l’estensione del feudo di Salsola tra XVI e XIX secolo, sia la rendita che l’episcopio ne ricavava. Si tratta di:
- n. 1 copia del compasso dell’ex feudo di Salsola del 1548;
- n. 1 rivela di don Giacinto Gioia, economo della mensa vescovile, circa l’ex feudo di Salsola, attribuibile a un periodo compreso tra il 1737 e il 1747.